LOMBARDIA
Davide Boni, Conforti, Franco Nicoli Cristiani, Paoletti, Edoardo Sala, Ugliola, Luigi Zunino
Il sistema Ugliola-Boni
 
Boni, una rete di corruzione attorno a Milano
 
Così secondo i pm si è esteso sul territorio il 'sistema Boni-Ugliola' a cui non era estraneo l’ex assessore Nicoli Cristiani. Sei i progetti avallati tra il 2008 e il 2010
 
Il sistema Ugliola alla base dello scandalo emerso nel mese di marzo 2012 prevedeva pagamenti complessivi di tangenti per 3,6 milioni di euro. Questi gli accordi, secondo quanto dichiarato in diversi interrogatori dal pentito dell’inchiesta che da martedì scorso ha travolto il presidente del consiglio del Pirellone, il leghista Davide Boni, indagato per corruzione. Sei i progetti sottoposti, dal 2008 al 2010, all’assessorato al Territorio guidato dal consigliere regionale, che avevano bisogno di avalli regionali per il definitivo via libera.
In realtà l’accoppiata Ugliola-Boni avrebbe incassato un decimo di quanto sarebbe stato concordato con gli imprenditori. Per una serie di concause, infatti, le pratiche hanno subito un improvviso stop. In parte per il fallimento del gruppo Zunino, in parte per la mancata conferma, dopo le elezioni del 2010, di Boni all’assessorato al Territorio.

LONATE POZZOLO. Per ottenere il via libera a edificare una discarica per il recupero di amianto a Lonate Pozzolo un pool di imprenditori si rivolge all’architetto Ugliola. È disposto, secondo il racconto del pentito, a versare fino a 200mila euro per ottenere l’autorizzazione politica dagli assessorati al Territorio e alle risorse idriche. L’impianto non viene realizzato, in quanto a differenza di quanto dichiarato dagli imprenditori mancava il parere favorevole e decisivo da parte dell’Ente Parco del Ticino. Secondo l’accusa, nonostante l’esito negativo, 50mila euro sono stati realmente consegnati come «anticipo» agli uffici dell’assessorato al Territorio.

VAREDO. Nel corso del 2009, per far avere il via libera a un imprenditore per lo sviluppo di un’area commerciale Marconi 2000 di Varedo, la tariffa imposta da Boni sarebbe stata, secondo l’ipotesi dell’accusa, di 800mila euro. Ugliola fa incontrare l’imprenditore con l’assessore e il suo staff al ristorante Riccione. Si stringe l’accordo per lo sviluppo di un’area di diecimila metri quadri, il Pgt viene anche approvato dietro la promessa di 800 mila euro. Ma alla fine l’immobiliarista, improvvisamente, secondo il ricordo dell’architetto messo a verbale davanti ai pm, decide di non dare esecuzione al «piano attuativo» di sviluppo commerciale.

ALBUZZANO. L’edificazione di un centro commerciale ad Albuzzano avrebbe avuto la stessa tariffa di Varedo: 800mila euro. Almeno secondo il lungo racconto di Michele Ugliola, che ha spiegato in procura come i termini dell’«affare» sarebbero stati discussi negli uffici dell’architetto in via Zuretti, tra lo staff dell’assessore Boni e il manager della multinazionale interessata al progetto. Una volta firmato un contratto di consulenza, a Ugliola sarebbero arrivati all’istante 300mila euro, di cui 50mila sarebbero stati poi girati a una consulente dell’assessore. Anche in questo caso soldi buttati, visto che il progetto non andò avanti perché la provincia di Pavia non aderì alla variazione del Pgt.

MILANO ROGOREDO. I rapporti ultradecennali tra l’imprenditore Luigi Zunino e Ugliola permettono di stipulare, secondo la procura, altri accordi illeciti. Per mettere in regola le aree ex Montedison del quartiere Santa Giulia l’immobiliarista avrebbe pagato 200mila euro all’architetto sotto forma di consulenze fittizie, da girare all’ufficio dell’assessore Davide Boni. Tra i tre ci sarebbe stato anche un incontro negli uffici della società Risanamento. Una tariffa, vista la media richiesta per altre 'questioni', piuttosto bassa, dovuta al fatto che sulla bonifica dell’area vi era già un accordo di programma e quindi la pratica amministrativa era in fase già avanzata.

PIOLTELLO. Il sodalizio nato a metà anni ’90 tra Zunino e Ugliola avrebbe permesso il pagamento di altre mazzette, dirette questa volta non solo all’assessorato al Territorio. Nel caso del recupero dell’area Rodano-Pioltello, ex Sisas, per ottenere le autorizzazioni regionali sarebbero stati pretesi altri 800mila euro. Il ruolo di Boni, secondo l’accusa, sarebbe stato quello di agevolare il rilascio della valutazione di impatto ambientale alle aziende riconducibili a Zunino. Per questa pratica, sempre secondo Ugliola, in questo caso sarebbe stato coinvolto anche l’ex responsabile dell’assessorato alle Attività produttive, Franco Nicoli Cristiani.

CASSANO D'ADDA. Ugliola si dilunga anche sulle numerose mazzette circolate nel comune di Cassano D’Adda. Secondo le sue parole a verbale, l’ex sindaco Edoardo Sala (del Pdl, e che ha sempre negato ogni accusa) per cambiare la destinazione da agricola a edificabile di un terreno di sua stessa proprietà avrebbe preteso 200mila euro in nero dall’architetto prima della vendita. Il denaro, in questo caso, sarebbe stato consegnato in custodie per dvd al primo cittadino nei suoi uffici dell’A2A a Milano. A Cassano il sindaco, secondo l’accusa, avrebbe diviso le proprie entrate illecite con due suoi colleghi di giunta, Conforti (lista civica) e Paoletti della Lega Nord.

SESTO SAN GIOVANNI. Anche per l’ex area Falck, a Sesto San Giovanni, Ugliola avrebbe «mediato». La richiesta d’aiuto per non avere ostacoli sulla mastodontica opera di recupero sarebbe arrivata sempre da Luigi Zunino. E, anche in questo caso, come a Varedo e ad Albuzzano, la richiesta di mazzette sarebbe stata di 800mila euro. Nel 2010, però, Zunino si trova improvvisamente indebitato con le banche, la procura di Milano avvia un’inchiesta, e i contatti in Regione improvvisamente si interrompono. L’assessorato, allora guidato ancora da Boni, non interviene perché nel frattempo Zunino, per evitare un crac, riesce a vendere l’intera area industriale.
(da Repubblica del 10 marzo 2012, Emilio Randacio)

 

 
antonio di pietro sito
 
Boni Regione Lombardia
Davide Boni, ex assessore della Regione Lombardia
 
 
 

 

 


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