TOSCANA
Massa, mazzette per il condono edilizio
Antonio De Vita, Katia Aramini
 
23 febbraio 2007
Manette in municipio a due collaboratori esterni. L'accusa è concussione
 
I militari hanno sequestrato duemila euro e altro materiale
 
TANGENTI nel comune di Massa: arrestati due collaboratori comunali. Uno solo il capo d’accusa: concussione. Due invece le persone che sono finite in manette: Antonio De Vita (noto geometra di 38 anni) e Katia Aramini (34 anni), entrambi massesi ed entrambi collaboratori esterni dell’ufficio condono. Molti gli indagati, dei quali però non conosciamo ancora alcuna generalità, ma alcuni dovrebbero essere lontani dalla vita amministrativa. Erano le prime ore di ieri pomeriggio quando i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Carrara, guidati dal Maggiore Alessandro Giuliani e dal Tenente Luca Baldi, si sono introdotti all’interno del palazzo comunale di via Porta Fabbrica e hanno dato il via a quella che nelle ore successive si è rivelata una importantissima operazione.
UNA BUSTA che conteneva due mila euro pare essere al centro di tutta la situazione (è stata trovata dai carabinieri nel cassetto della scrivania dei collaboratori comunali). Denaro sporco secondo i militari dell’Arma, che hanno proceduto immediatamente al sequestro. Soldi che risulterebbero essere il presunto compenso per qualche favore fatto. L’ipotesi è che De Vita e Aramini abbiano percepito denaro per sanare una pratica. Dalla perquisizione sarebbero emersi anche alcuni documenti ritenuti interessanti dalgi inquirenti, dei quali i carabinieri preferiscono non rivelare ancora il contenuto.
L’INTERVENTO dei militari sarebbe scattato a seguito di una denuncia presentata alla Compagnia carrarese da un noto imprenditore massese. Ovviamente le indagini sono ancora in corso e non si esclude che ci siano risvolti clamorosi anche nelle prossime ore.
UNA OPERAZIONE davvero brillante quella dei carabinieri della Compagnia di oltrefoce, che hanno agito alla luce del giorno, poco dopo l’ora di pranzo, senza creare il panico tra la cittadinanza.
LA NOTIZIA si è però rapidamente diffusa in città, sollevando clamore. Uno dei due arrestati, infatti, il geometra Antonio De Vita, è molto noto. Ex Lsu (lavoratore socialmente utile), era riuscito ad aprire un proprio studio professionale. La sua era ritenuta una storia esemplare. Grazie ad un «prestito d’onore» di 50 milioni di vecchie lire, era riuscito ad aprire appunto questo studio tecnico specializzandosi in varie materie, fra cui la bioarchitettura. Insomma, un professionista stimato e apprezzato per le sue capacità: aveva partecipato anche a convegni raccontando la sua esperienza. Inoltre, era attivamente impegnato in associazioni ambientaliste locali nelle quali aveva ricoperto incarichi direttivi.
(di Eleonora Prayer, da La Nazione del 23 febbraio 2007)

 
antonio di pietro sito
 
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