Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 21 Maggio, 2008 0:51
MASSA, MAZZETTE PER IL CONDONO EDILIZIO
Antonio De Vita, Catia Aramini

notizia del 25 febbraio 2007
Mazzette: sotto inchiesta un vigile e un professionista
La Nazione

Nuovi particolari delle indagini sull’ufficio condono
EMERGONO nuovi particolari dell’inchiesta che ha portato all’arresto del geometra Antonio De Vita (37 anni) e di Catia Aramini (34 anni), i due collaboratori esterni dell’ufficio ‘Condoni’ del Comune di Massa, finiti in carcere con l’accusa di avere incassato una ‘mazzetta’ di duemila euro da un imprenditore apuano per il disbrigo, forse, di alcune pratiche relative ai condoni. Stando a quanto appreso, oltre ai due arrestati nell’ambito dell’inchiesta ci sono altri due indagati, a piede libero: si tratterebbe di un vigile urbano e di un libero professionista estraneo alla pubblica amministrazione. Per tutti e quattro il reato ipotizzato sarebbe di concorso in concussione. E non sono esclusi sviluppi che potrebbero portare all’iscrizione di altri soggetti nel registro degli indagati.

L’INDAGINE, coordinata dal dottor Leonardo Tamborini della Procura della Repubblica di Massa Carrara, era iniziata circa un mese fa ed è sfociata, giovedì, nell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Carrara che ha portato ai due arresti. Sarebbe stata la Aramini a portare involontariamente i carabinieri dal geometra De Vita: infatti, secondo quanto emerso — il riserbo degli inquirenti è strettissimo — , giovedì i militari hanno seguito la donna che si sarebbe recata dall’imprenditore a ‘riscuotere’ i duemila euro. Quindi, la giovane sarebbe rientrata in ufficio in Comune per consegnare i soldi al geometra e proprio in quel momento sarebbero entrati in azione i carabinieri, arrestando i due in flagranza per concussione in concorso. Peraltro, sembra che il denaro fosse stato preventivamente fotocopiato dai militari dell’Arma che erano stati informati dall’imprenditore sulle presunte «anomalie» dell’ufficio ‘Condoni’. Dopo l’arresto, Aramini e De Vita sono stati accompagnati in Procura per un primo colloquio con il pubblico ministero Leonardo Tamborini, senza però essere sottoposti ad un vero e proprio interrogatorio. I due — difesi dagli avvocati Enzo Frediani e Franco Perfetti — saranno infatti interrogati nei prossimi giorni.

FRA GLI ALTRI particolare emersi finora, quello della ‘mazzetta’: stando a quanto appreso, i duemila euro trovati in possesso dei due sarebbero stati soltanto una ‘tranche’ di una più consistente ‘mazzetta’ di cinque-seimila euro concordata con l’imprenditore concusso. C’è da capire, però, a quale finalità fosse stata concordata una ‘cifra’: forse — dicevamo all’inizio — solo per accelerare il disbrigo di alcune pratiche, visto che i due non avevano potere decisionale finale sulla concessione dei condoni ma dovevano soltanto completare la documentazione necessaria per la richiesta di condono.

INTANTO, proseguono a ritmo serrato le indagini dei carabinieri di Carrara che stanno vagliando il materiale sequestrato giovedì, inerente alcuni condoni dei quali si sono occupati i due. Non è escluso che i militari passino al ‘setaccio’ anche le pratiche inerenti condoni fatti in passato, per verificare che tutto si sia svolto in modo regolare. I carabinieri hanno infatti sequestrato l’intero ufficio ‘Condono’ del Comune e l’armadio che si trova nel corridoio del sesto piano: entrambi sono stati sigillati, con la scritta «sottoposto a sequestro penale disposto dalla Procura della Repubblica». Una misura necessaria per capire che cosa avveniva in quell’ufficio.

LA NOTIZIA in città ha creato sconcerto e stupore, anche perché le due persone arrestate sono conosciute e stimate e la pesante accusa nei loro confronti ha lasciato letteralmente senza parole chi li conosce bene. Sarà la magistratura, ora, a fare piena luce sulla vicenda. Anche sul coinvolgimento del vigile e del libero professionista sul cui ‘ruolo’, al momento, non è trapelato nulla.