Ultimo aggiornamento: Mercoledì, 21 Maggio, 2008 0:51
UFFICI TECNICI COMUNALI
Antonio Valenti

ENNA

Tangenti: Agli arresti domiciliari funzionario del comune di Enna
da «Vivienna.it» del 25 luglio 2005


Enna 25/07/05 - Questa mattina, gli uomini della Digos della Questura di Enna, diretti dal vice questore aggiunto dr. Giovanni Cuciti, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Antonino Valenti, ennese, ex responsabile tecnico dei servizi cimiteriali del comune di Enna.

Nello stesso procedimento si vedono anche indagati un congiunto del Valenti, e due professionisti del capoluogo.

L’ipotesi di reato è quella di avere, in concorso tra loro, abusando Antonino Valenti dei poteri funzionali di cui era depositario in qualità di geometra responsabile tecnico del settore cimitero del comune di Enna, con più azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, indotto privati cittadini al pagamento di somme di denaro, al fine di evitare lungaggini e difficoltà burocratiche per ottenere provvedimenti del tutto legittimi.

Le lunghe indagini, avviate nei mesi scorsi e coordinate dal sostituto procuratore della repubblica di Enna dr. Antonio Calaresu, hanno consentito agli investigatori di raccogliere incontestabili elementi probatori a carico dell’arrestato che hanno costituito solida base per l’emissione del provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Enna dott.ssa Francesca Cercone.

Le attività investigative, poste in essere con l’ausilio di servizi tecnici di intercettazione telefonica e ambientale, oltre che di riprese video, hanno acclarato che le dazioni di denaro dei soggetti passivi, nella sequenza causale e temporale, assumevano carattere necessitato direttamente o tramite induzioni, attraverso cui il Valenti esercitava la sua funzione pubblica, ricevendo i privati cittadini un quadro di difficoltà, di impedimenti, di rallentamento dai caratteri di necessaria rapidità, efficienza e trasparenza che devono caratterizzare l’azione amministrativa, elementi tipici della concussione ambientale.

Dal complesso degli accertamenti svolti emerge con chiarezza la condotta del funzionario di persuasione, suggestione e pressione morale sui privati cittadini, che li ha indotti ad una indebita utilità a suo favore (l’affidamento per la progettazione ed il pagamento oltremodo oneroso), attraverso anche la paventata strumentalizzazione di ritardi e/o difficoltà di natura burocratica.

Gli investigatori hanno passato al setaccio tutte le pratiche trattate dal funzionario, riscontrando effettivamente, in alcune di esse, delle anomalie. Le stesse, tutte redatte dai medesimi professionisti, hanno fatto scattare i dovuti riscontri, facendo si che si potesse ricostruire l’iter che il malcapitato doveva seguire per addivenire all’agognato provvedimento autorizzatorio.

In particolare, chi si presentava allo sportello, veniva invitato a non far altro che rimettersi nelle mani del funzionario pubblico per evitare eventuali lungaggini o intoppi burocratici; poi pensava a tutto lui, fino anche a farsi corrispondere il pagamento in contanti della prestazione resa.

Incontrovertibili i riscontri, oltre che testimoniali, anche delle intercettazioni, ove l’indagato fa una sorta di ammissione asserendo che in effetti, “qualche 10.000 lire” sono state percepite.
Ancora al vaglio della magistratura la posizione degli altri indagati.