Ridateci
Milosevic, il «boia» utile
Il despota jugoslavo
aveva saputo tenere la situazione sotto controllo. Poi noi
e la Nato...
di
Massimo Fini da «La
Nazione» del 20 marzo 2004
Chissà se, un giorno,
gli occidentali impareranno a non interferire nelle questioni
che non li riguardano.
Ogni volta che l'hanno fatto hanno causato guai
peggiori di quelli che volevano evitare.
Il
Kosovo è un caso esemplare. In Kosovo, una regione
grande metà del Piemonte, 20 mila guerriglieri dellUck,
bene armati e foraggiati (in parte dagli americani), si battevano
contro l'esercito e le milizie paramilitari serbe. C'erano
delle buone ragioni da una parte e dell'altra: quella dell'indipendentismo
per gli albanesi kosovari; la difesa, per i serbi, di un territorio
che era giuridicamente e storicamente loro e che era considerato
la culla della nazione", quindi con Un forte si gnificato
simbolico, un po' come la Palestina per gli ebrei. 1 guerriglieri
albanesi, come in ogni lotta partigiana, facevano uso sistematico
del terrorismo, mentre le milizie paramilitari serbe si erano
rese responsabili di due eccidi di civili per un totale di
205 vittime (che divennero 2000 ma solo 'dopo' l'intervento
della Nato quando, sotto le bombe, si scatenò, ovviamente,
l'inferno). 205 civile uccisi sono un fatto grave, ma nulla,
per dire, in confronto a quanto accade in Palestina da un
paio di anni. In ogni caso, Una questione Interna allo Stato
jugoslavo da far risolvere, salvo le pressioni diplomatiche,
sempre legittime, dal verdetto del campo di battaglia.
Invece intervennero in nome dei 'dirittì umanitari'
le democrazie occidentali che, autoproclamatesi 'poliziotto
del mondo', bombardarono per settanta giorni la Jugoslavia
uccidendo 10 mila civili (di cui 500 albanesi).
Risultato
dell'intervento 'umanitario': dopo quella del croato Tudjman
(809 mila serbi cacciati in un giorno solo dalle Krajne),
in Kosovo è stata fatta la più grande 'pulizia
etnica' dei Balcani. Dei 360 mila serbi che vi vivevano ne
sono rimasti solo 60 mila. Sotto Milosevie le due comunità
civili, serbi e albanese, in qualche modo convivevano (esercito
e guerriglieri si davano battaglia,
ma convivevano), oggi questa convivenza non
è
più possibile ed è necessaria l'interposizione
permanente delle forze di occupazione. In più siarno
andati a favorire, nel cuore dell'Europa, in Kosovo come in
Bosma, proprio quella componente islarnica che oggi ci fa
tanta paura e contro la quale strilliamo . E in effetti adesso,
in Kosovo co ine in Bosnia, a poche centinaia di chilometri
da noi, ci sono basi, sicure e protette, di Al Qaeda. Bel
colpo. Complimenti. Arridateci Milosevic.
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