ROMA
Sarà processato per finanziamento illecito ai partiti Marco Milanese. Il deputato del Pdl ed ex consigliere politico del ministro Tremonti è stato citato direttamente a giudizio per l'inchiesta relativa alla compravendita del suo yacht. L'udienza è fissata per il 21 febbraio davanti al Tribunale monocratico di Roma. «Sono assolutamente sereno e rassicurato dalla fissazione dell'udienza – commenta Milanese – potrò finalmente dimostrare la mia innocenza e la mia correttezza». Quanto alla nuova accusa di corruzione ipotizzata in un avviso di proroga delle indagini notificato ieri al deputato e ad altri indagati per la medesima vicenda, Milanese ribadisce la «totale estraneità a qualsiasi operazione di false fatturazioni, neppure conoscendo alcuni dei coindagati».
Insieme al deputato, il pm Paolo Ielo ha citato direttamente a giudizio, per concorso in finanziamento illecito, l'imprenditore Tommaso Di Lernia, titolare di Print Sistem e "dominus" di Eurotec, l'ad di Eurotec, Massimo De Cesare, l'ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola, e l'ex presidente di Techno Sky, Fabrizio Testa. Ad eccezione di Milanese, tutti gli imputati, salvo cambi di strategia difensiva dell'ultima ora, sono orientati a concordare un patteggiamento prima dell'inizio del dibattimento. L'indagine riguarda il filone dell'inchiesta sugli appalti dell'Enav relativo alla vendita a Eurotec di una barca da 15 metri, un Dolphin 64 della Mochi Craft acquistato in leasing da Milanese. Secondo l'accusa, la vendita dell'imbarcazione, a un prezzo maggiorato rispetto al suo valore, sarebbe stata la contropartita chiesta dal deputato per la nomina, decisa dal cda di Enav su suo input, dell'ex consigliere di amministrazione dell'Ente, Fabrizio Testa, a presidente di Technosky, controllata di Enav. Per soddisfare la richiesta, Testa si sarebbe rivolto a Cola che avrebbe incaricato Di Lernia di risolvere il problema affidando a De Cesare il compito di acquistare la barca pagandola circa 1,9 milioni di euro contro un valore stimato di 1,4 milioni. Secondo i pm, De Cesare e Di Lernia avrebbero erogato a Milanese una utilità non iscritta in bilancio «non inferiore a 224.224,57 euro, pari al valore della sopravvalutazione dell'imbarcazione, più le spese di gestione e manutenzione fino alla cessione del bene». Da parte sua, Enav precisa che né l'Ente, «né la sua controllata Techno Sky hanno mai avuto alcun rapporto con Eurotec».
La vicenda sembra destinata ad avere ulteriori sviluppi investigativi. Nell'avviso di proroga delle indagini notificato a Milanese e ad altri sei indagati i pm contestano, sempre per la vendita dello yacht, nuovi reati. Le accuse si riferiscono alla gestione di Eurotec, anch'essa sotto inchiesta per la responsabilità amministrativa delle imprese. A sorpresa, tra gli indagati, per falso in bilancio, spunta Stefano Gazzani, il commercialista di Diego Anemone già sotto processo a Perugia per l'inchiesta G8. Gazzani ha curato, insieme al commercialista romano, Tullio Boldrini, anch'egli indagato, i bilanci di diverse società del gruppo di Di Lernia, tra cui la Eurotec. Di Lernia è accusato di false fatturazioni, come anche De Cesare, a cui è contestato anche il riciclaggio. Viene poi ipotizzata la corruzione per Cola, Testa e Milanese. Secondo i legali del deputato, la contestazione sarebbe priva di sostanza, in quanto legata a un mero fatto tecnico-procedurale. All'inizio dell'indagine i pm avrebbero ipotizzato a carico di Milanese, per l'episodio della barca, il reato di corruzione, salvo poi derubricarlo in finanziamento illecito ai partiti. Nell'avviso di proroga delle indagini il reato è rimasto quello iniziale, ma la contestazione sarebbe puramente formale e legata alla necessità di nuovi accertamenti sulle false fatturazioni della Eurotec.
LE ACCUSE
La vendita della barca
L'indagine nella quale Marco Milanese è stato rinviato a giudizio riguarda il filone dell'inchiesta sugli appalti dell'Enav relativo alla vendita a Eurotec di una barca da 15 metri acquistata in leasing da Milanese. Secondo l'accusa, la vendita dell'imbarcazione a un prezzo maggiorato sarebbe stata la contropartita chiesta dal deputato del Pdl per la nomina, decisa dal cda di Enav su sua indicazione, dell'ex consigliere di amministrazione dell'Ente, Fabrizio Testa, a presidente di Technosky. Per soddisfare la richiesta, Testa si sarebbe rivolto a Lorenzo Cola che avrebbe incaricato a sua volta l'imprenditore Tommaso Di Lernia di risolvere il problema
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