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CORRUZIONE A PARMA
Corrotti e corruzione al Comune di Parma
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Corruzione, tutte le inchieste vergogna di Parma
A giugno 2011 la bufera Green Money 2 si abbatteva sul Comune di Parma. A settembre la spallata di Easy Money, con conseguente commissariamento. nel novembre 2011 le indagini proseguono con nuovi arresti, mentre la Procura deve affrontare le polemiche e i problemi di carenza d'organico. Uno sguardo d'insieme sulle inchieste che mirano a smantellare il sistema di corruzione alla parmigiana

“Affonderemo il bisturi nella corruzione parmigiana”. Mancavano pochi giorni a Natale 2008. Quella dichiarazione d'intenti del procuratore capo Gerardo Laguardia da una parte risuonava come un'amara consapevolezza, dall'altra come un augurio di tempi migliori: il marcio nei palazzi c'è, sì, ma lo estirperemo. L'anno nuovo arrivò e quelle parole sembrarono dimenticate. Nessuno scandalo giudiziario, nessuna retata, nessuno scossone al potere e all'opinione pubblica. Che qualcosa, o qualcuno, avesse messo i bastoni fra le ruote alla magistratura? Erano in molti a pensarlo. Invece già nel corso del 2009 gli inquirenti ponevano le basi per quelle operazioni eclatanti che oggi hanno portato al commissariamento del Comune. Intercettazioni telefoniche, filmati, acquisizioni di documenti. La bolla esplode nell'estate 2010. E da allora, è stato come se si fosse aperto il vaso di Pandora.

GREEN MONEY 1
Il filmato è finito su tutti i tg nazionali: poche volte si è visto uno scambio di mazzette così esplicito, il funzionario pubblico seduto alla scrivania e l'imprenditore che gli passa la bustarella (guarda il video). Questo vedeva l'occhio di una telecamera installato dalla Guardia di Finanza nell'ufficio del responsabile del servizio Ambiente di Enìa Nunzio Tannoia. Insieme al tatuatore di Noceto nel giugno 2010 finiscono in carcere tre imprenditori. L'accusa è per tutti corruzione: soldi in cambio di appalti gonfiati per la manutenzione del verde pubblico di Parma. Il sistema era collaudato da anni, il caso provoca scalpore. I vertici sia tecnici che politici, però, non vengono scalfiti. Nessuno sapeva che cosa combinasse Tannoia con le commesse pubbliche. Invece, questo non era che il primo capitolo.

GREEN MONEY 2
Un anno dopo, il terremoto. E' la mattina del 24 giugno 2011, le Fiamme Gialle bussano alla porta di ben 11 persone coinvolte in un consolidato sistema di corruzione che investe Municipio, holding comunali e persino la polizia municipale di Parma. Questa volta non si tratta di piccoli quadri: le manette scattano intorno ai polsi di tre dirigenti all'apice della macchina amministrativa comunale. Si tratta di Emanuele Moruzzi, responsabile del servizio Mobilità e Ambiente, di Carlo Iacovini, ex numero uno di Infomobility e capo dello staff del sindaco, e Giovanni Maria Jacobazzi, allora comandante dei vigili urbani. Sono uomini molto vicini all'ex primo cittadino Pietro Vignali. In carcere finiscono anche Mario Bertoli, ex numero uno di Enìa Parma, ed Ernesto Balisciano, direttore della partecipata del Comune per le politiche giovanili Engioi. Le accuse per tutti, a vario titolo, sono di peculato e corruzione: tangenti e regalie in cambio di consulenze inutili o di appalti gonfiati. Gli imprenditori finiti in carcere sono considerati conniventi, se non vere e proprie marionette nelle mani dei dirigenti che li usano come “prestanome” per società create ah hoc per drenare risorse dagli enti pubblici. L'impatto sull'opinione pubblica e sulla politica è una bomba. Questa volta l'incendio non si spegne facilmente. Folle si radunano sotto i portici del Grano per chiedere le dimissioni del sindaco. Lui replica: “Io non ne sapevo nulla” e resiste.

EASY MONE
Ventisei settembre, la spallata finale. In manette stavolta finisce l'assessore ai Servizi per l'infanzia Giovanni Paolo Bernini, pidiellino già noto per alcune frequentazioni equivoche con boss camorristi. L'accusa è di corruzione e tentata concussione per aver lucrato sugli appalti per le mense scolastiche. Con lui vengono arrestati il suo braccio destro, Paolo Signorini, e due imprenditori poi scarcerati dal Riesame (uno perché ritenuto vittima della concussione di Bernini). Questa volta la politica non può più far finta di niente. Il sindaco annuncia le dimissioni, la città viene commissariata.

SPOT MONEY
L'ultimo, ma certamente non definitivo, capitolo di questa trama d'intrallazzi scoperchia il calderone Stt, maxiholding comunale a capo di tutte le partecipate del Comune, che trascinerebbe un buco da 460 milioni di euro di debiti. Lunedì 21 novembre vengono arrestati dalla Finanza Ivano Savi e Stefania Benecchi, coppia nel lavoro e nella vita, rispettivamente direttore tecnico ed ex direttore amministrativo del colosso pubblico. L'accusa è concussione: avrebbero creato una società a loro riconducibile per intascare tangenti da decine di migliaia di euro sugli appalti del Welfare community center, progetto tramontato con l'arrivo del presidente (commissario di fatto) Massimo Varazzani. Sospetti aleggiano anche sulle gare per il nuovo Palasport e per la Cittadella del cibo al parco Ducale.

LE PROSSIME MOSSE
La partita è tutt'altro che chiusa. Le tre inchieste che condividono la parola “money” e lo stesso coordinatore, il pm Paola Dal Monte, sono ancora in corso. Proprio in questi giorni, a poche settimane dalla scadenza dei termini della custodia cautelare, si stanno concludendo gli ultimi interrogatori degli arrestati di Green Money 2. Colloqui durati ore e ore, da cui potrebbero emergere importanti risvolti. I fascicoli che coinvolgono il Comune e le sue emanazioni, poi, non si contano. L'affaire Savi e Benecchi non sarebbe che la punta di un iceberg nell'indagine sulle consulenze sospette di Stt, erogate incredibilmente anche alla società di produzione del film di Salemme “Baciato dalla fortuna”. Ora, pare che le indagini si concentrino su Spip.

TEP-BANCA MB
Un'altra inchiesta per abuso d'ufficio è relativa a all'affaire Tep-banca Mb: 7 milioni e mezzo di euro (fortunatamente rientrati nelle casse pubbliche) vennero investiti dall'azienda pubblica di trasporti nella banca milanese ormai in liquidazione.

DIRIGENTI, METRO, INCENERITORE
La Procura di Parma indaga inoltre sulla regolarità delle assunzioni dei dirigenti comunali dal 2005 al 2009: sette indagati per abuso d'ufficio, tra cui l'ex sindaco Pietro Vignali e il suo predecessore Elvio Ubaldi. Aperta anche un'indagine conoscitiva sulla metro, opera colossale che non si farà mai, e sul termovalorizzatore di Ugozzolo, in odore di abuso edilizio e di procedura di affidamento irregolare.

EX SCALO MERCI E OSPEDALE VECCHIO
Sette avvisi di garanzia, cinque per abuso d'ufficio e due per reati ambientali, nell'ambito del caso ex Scalo merci LEGGI. L'iter di bonifica della superficie che doveva ospitare opere pubbliche fondamentali quali il nuovo polo pediatrico sarebbe stato irregolare. Il cantiere è sotto sequestro dall'inizio dell'anno. Tra gli indagati l'ex assessore all'Urbanistica Francesco Manfredi e gli stessi Savi e Benecchi, ex dirigenti del Comune prima del passaggio ad Stt. Infine, il caso Ospedale Vecchio: undici assessori dell'ex giunta, tecnici del Comune e il patron del colosso edilizio Paolo Pizzarotti indagati per abuso d'ufficio per presunti favori all'aggiudicataria del project financing per la ristrutturazione del monumento. LEGGI

I PROBLEMI
Il bisturi affonda, ma non senza fatica. Il procuratore ha denunciato un problema di carenza d'organico della locale Procura, gravata dai procedimenti Parmalat e in procinto di perdere ben tre sostituti per trasferimenti e pensionamenti. Inoltre, anche il braccio della magistratura nelle indagini per corruzione, il comando della Guardia di Finanza di Parma, è in carenza di personale. La questione è stata anche sottoposta al Parlamento con interrogazioni della senatrice del Pd Albertina Soliani e dell'onorevole Carmen Motta.

LE POLEMICHE
E per due parlamentari che si preoccupano del proseguimento delle indagini, ce ne sono altri due d'opposto colore che chiedono un'ispezione ministeriale nella Procura di Parma. Si tratta dell'onorevole del Pdl Lucio Barani, che punta il dito contro un presunto conflitto d'interessi del pm Dal Monte LEGGI e del presidente della Commissione giustizia Filippo Berselli. Gli attacchi di Berselli (cinque interrogazioni LEGGI) riguardano un presunto accanimento della Procura di Parma contro politici del centrodestra, fughe di notizie, conflitti d'interessi legati ai famigliari del pm Dal Monte e del procuratore Laguardia. Anche l'associazione dei penalisti, la Camera di Penale di Parma, ha apertamente criticato in una delibera alcune prassi relative alle ultime indagini: la custodia in carcere per “convincere” gli indagati a collaborare, le passerelle degli arrestati davanti agli obiettivi della stampa, la ritardata iscrizione nel registro degli indagati. In reazione a queste osservazioni, gli ultimi arresti di Savi e Benecchi si sono svolti nella totale discrezione: non è stata neppure indetta una conferenza stampa della Finanza.

(di MARIA CHIARA PERRI,  da Repubblica parma del 24 novembre 2011)
 
antonio di pietro sito
 
mario ciclosi
 
Nunzio Tannoia, funzionario dell'Enìa, ente del comune di Parma, ripreso segretamente dalla guardia di Finanza mentre intasca le mazzette di alcuni imprenditori per affidare appalti di gestione del verde pubblico a prezzi gonfiati.
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